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Di ritorno da Kahla con una certezza: solo la pace può difenderci dagli orrori

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Si è conclusa, nella notte tra domenica e lunedì, l'esperienza del gruppo partito da Castelnovo ne' Monti il 12 maggio con destinazione Kahla, in Turingia, nell'ex Germania dell'Est. Della delegazione facevano parte famigliari, ex deportati, amministratori, insegnanti e alunni del Motti di Castelnovo ne' Monti. Kahla era un grande campo di concentramento per lavoratori forzati e a Kahla morirono più di cinquanta deportati dai comuni dell'Appennino reggiano. Un destino condiviso con migliaia di altri prigionieri del campo di diverse nazionalità.
Quest'anno l'Italia, per la prima volta e su sollecitazione degli studenti dell'istituto Motti, ha presenziato ufficialmente alle cerimonie commemorative attraverso l'intervento del console italiano a Lipsia. Il nostro paese vede aumentare di anno in anno le proprie delegazioni. Quella di Tolentino (nelle Marche) si è unita alla nostra e durante il viaggio non sono mancate occasioni di scambio e amicizia.
L'assessore di Castelnovo, Giuliano Maioli, e il sindaco di Toano, Michele Lombardi, hanno portato nelle celebrazioni un importante contributo: le storie dei deportati, al di là delle nazionalità, si assomigliano tutte ma ognuna ha il diritto alla propria visibilità. Perchè ogni vita umana è immensamente preziosa e il viaggio a Kahla aiuta a interiorizzare questo messaggio, così prezioso se aspiriamo ad un mondo di pace.
Due operatori di Telereggio hanno seguito la delegazione e presto l'emittente televisiva realizzerà uno speciale su questo "viaggio della memoria".