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La Rappresentanza a Milano della CE mostra apprezzamento per la nostra esperienza di agenzia stampa

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E' da poco trascorsa la Giornata dell'Europa, il 9 maggio scorso, con tutte le iniziative e manifestazioni che l'hanno accompagnata, per rendere il degno omaggio ad un'Europa che è di tutti. Alcuni importanti eventi si sono svolti proprio nel nostro Comune.
Ma quanto si può realmente dire che sia "di tutti", intendendoci riferire a quanto ogni cittadino si senta realmente vicino a questa Europa di cui è in corso di ratifica la Costituzione? E così come una qualsiasi percezione nazionale genuina nasce dal basso, cosa possiamo fare noi, dal basso, per fare e farci maturare una coscienza europea?
Di questi e di altri temi abbiamo discusso personalmente con Roberto Santaniello, Direttore della Rappresentanza a Milano della Commissione Europea, incontrato il 2 maggio alla conferenza stampa di presentazione del programma previsto, appunto, per la festa dell'Europa.
Ne abbiamo già trasmesso, su Radionova, l'intervista curata da Damiano Razzoli e Roberto Sala (che potete scaricare in formato mp3 - 11'50'', 2,7 MB), ma riteniamo interessante riproporvi alcune considerazioni che dipartono appunto da tale intervista.

Santaniello si è dimostrato disponibilissimo a discutere dei più disparati temi di attualità europea, a partire dalla scelta del mezzo referendario da parte della Francia per approvare la Costituzione Europea. Ma qual è il significato, l'identità della Costituzione Europea soprattutto in relazione a quelle nazionali: prevarrà su quelle degli Stati membri? sarà sempre possibile una conciliazione? il campo di applicazione, su così tanti Paesi, sembra molto vario e complesso. Ebbene, "le carte costituzionali degli Stati membri continueranno ad essere il valore fondante degli Stati Nazioni dell'Unione Europea. La carta costituzionale europea dà quel qualcosa in più soprattutto nell'ambito delle politiche sviluppate dall'Unione Europea verso i propri cittadini".

Abbiamo anche avuto modo di far conoscere a Santianiello la nostra esperienza nel progetto co-finanziato dal Programma Gioventù della Commissione Europea, di cui ne avete i risultati proprio sotto il mouse, e allora avanti con le politiche giovanili: chiuso il capitolo del Programma Gioventù se ne aprirà un altro abbastanza ambizioso. Ma, ahimé, ammette Santaniello che "il problema è verificare quanto siano generosi gli Stati membri su questi aspetti della gioventù, dato che come è ben noto il 40-45% del bilancio comunitario viene assorbito dalla Politica Agricola Comune che è diretta ad addetti pari al 6-7%. Credo sarebbe ora che l'Unione Europea fosse molto più generosa con i giovani, specialmente quando deve prendere scelte che riguardano i finanziamenti a loro destinati".
Ci si augura quindi, e se lo augura in prima persona lo stesso Direttore europeo, che "l'Unione sappia trovare fondi sufficienti per allargare queste politiche che, come tutte le politiche dal basso, hanno successo, mobilitano e quindi rendono più entusiasti i giovani rispetto ad un'idea che spesso è considerata o percepita tiepidamente".

E allora ci chiediamo, soprattutto nella nostra comunità di montagna, come possiamo lavorare per riscaldare una tale percezione, per costruirla, non solo a livello individuale, ma anche a livello comunitario, d'Europa... è un compito difficile, ma di cui tutti i cittadini sensibili all'Europa, eurosensibili, dovrebbero farsene carico come un dovere, per poter di conseguenza godere anche del diritto di sentirsi cittadini europei. Come fare?
"Esattamente come state facendo oggi, – è la risposta di Santaniello – recependo i messaggi che sono stati dati a questa conferenza stampa, seguendo con attenzione il dibattito sui media italiani e dando una letta ai nostri siti con i quali l'Unione Europea dialoga con i cittadini, – e di cui si può consultare una lista ben rappresentativa nella sezione Europa del nostro sito – per sviluppare delle antenne sempre attive e applicare quell'approccio dal basso e verso l'alto che ci permetterebbe insieme di dare un po' più di contenuto e di concretezza alla percezione europea: per dare la possibilità ai vostri ascoltatori di conoscere ed essere informati per poi formarsi un'opinione sull'integrazione europea. Questo è il vostro compito e potete farlo sicuramente con molta puntualità ed efficienza".
E ci è parso di cogliere un certo apprezzamento nelle parole del Direttore nei confronti della nostra attività, intrapresa dal Gruppo Giovani della Montagna, un riconoscimento in cui, però, la fiducia riposta nella nostra possibilità di assolvere al compito di contribuire alla formazione della coscienza europea, suona al tempo stesso come un incoraggiamento e un monito ad impegnarci realmente in questa direzione.

Ormai verso la fine dell'intervista ci viene in mente, all'ultimo momento, una questione recuperata alla memoria da un dibattito ormai classico negli ultimi mesi: e le radici cristiane?
"Nessuno le nega. Non sono state inserite nella Costituzione perché alcuni Paesi preferivano un approccio laico, quindi non definire una religione superiore alle altre. Esistono eccome, ma resta il fatto che l'Europa è nata laica e alcuni Stati preferiscono questa laicità".
E quando chiediamo, allora, la sua personale opinione sull'opportunità di inserimento di tali radici nella Costituzione, vediamo che il Direttore decide di non sbilanciarsi, limitandosi a valutare positivamente quanto già è presente, e non la bontà di ciò che manca: "Quello che è stato scritto nella Costituzione può essere una cosa positiva".

Ci viene spontanea, però una riflessione in proposito: ammettendo l'approccio laico di cui parla Santaniello, il riconoscimento nella Costituzione delle radici cristiane che fanno parte di una cultura innegabile – secondo le parole stesse del Direttore – sarebbe innanzitutto seguire un approccio culturale. Che includerebbe quello laico, in nome del quale invece non sono state inserite.
Curioso gioco di parole frutto di concetti espressi informalmente in una intervista-chiacchierata, o spunto di riflessione che trae origine da un dubbio legittimo e che varrebbe la pena di approfondire?