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Mandato di arresto europeo: ci è arrivata anche l’Italia

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"Nonostante un certo ritardo iniziale, il mandato d'arresto europeo è ora operativo nella maggioranza dei casi previsti", ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Franco Frattini, Commissario alla giustizia, libertà e sicurezza, "e il suo impatto appare positivo sia in termini di depoliticizzazione ed efficacia, sia in termini di rapidità della procedura di consegna dei ricercati tra gli Stati membri, e tutto ciò nel rispetto dei diritti fondamentali. Questi risultati globali ampiamente soddisfacenti non devono tuttavia distogliere l'attenzione dagli sforzi ancora necessari da parte di alcuni Stati membri per conformarsi pienamente alla decisione quadro". Istituito dalla decisione quadro del Consiglio del 13 giugno 2002, il mandato d'arresto europeo costituisce la prima misura d'applicazione del principio di riconoscimento reciproco e la più simbolica. Grazie a tale mandato è infatti possibile, nella maggioranza dei casi previsti, procedere alla consegna di sospetti o condannati da uno Stato membro all'altro nell'ambito di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia, reso in tal modo ancora più concreto. Sebbene soltanto la metà degli Stati membri abbia rispettato i termini stabiliti, il mandato d'arresto è oramai in applicazione in tutti gli Stati membri ad eccezione dell'Italia, che solo un paio di giorni fa ha terminato il suo iter di adeguamento alla normativa comunitaria.