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Ratificare gli intenti

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Quando lo scorso 29 Ottobre i Capi di Stato e di Governo ed i Ministri degli Affari esteri di 29 Paesi europei presero parte a Roma alla cerimonia della firma del Trattato e dell'Atto finale che stabiliscono una Costituzione per l'Europa, sembrò che sulle emozionanti note di Beethoven che accompagnavano la cerimonia nella Sala degli Orazi e Curiazi, in Campidoglio, la stessa sala in cui i Sei Paesi fondatori - Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Olanda - firmarono il 25 marzo 1957 i Trattati istitutivi della Comunità economica europea (CEE), fossero volati via tutti i dubbi e tutti gli spettri che ancora aleggiavano sulla futura Europa e che anche i più scettici anti-europeisti fossero stati ridotti al silenzio. A qualche mese di distanza quegli spettri si sono minacciosamente rimaterializzati nel senso di incertezza e di insicurezza- forse più percepita che reale- che i cittadini europei sempre più massicciamente dimostrano.
La Costituzione europea, che pur era largamente attesa, è stata approvata sacrificando un poco le originarie ambizioni di quella sviluppata dalla Convenzione guidata da Giscard d'Estaing. I leader europei sono arrivati alla sua approvazione all'ultimo momento utile possibile, lo scorso giugno, quando un fallimento avrebbe probabilmente significato mettere per sempre in un angolo il progetto di un Trattato costituzionale con conseguenze devastanti sul processo di crescita europea.
A qualche mese di distanza, dunque, suonano alcuni campanelli d'allarme che è bene tenere in debita considerazione per non vanificare un traguardo così faticosamente raggiunto. Il primo di questi campanelli è squillato alcuni giorni fa in Danimarca, allorquando, molti elettori, tra le varie opzioni, hanno deciso di premiare i partiti che hanno sostenuto la linea dura in tema di immigrazione.
Il dato è importante sia in vista dei prossimi appuntamenti elettorali in programma in altri paesi dell'Unione europea, sia dei referendum per la ratifica della Costituzione ai quali il tema, nella maggior parte degli stati, sara' sicuramente associato. Il riaffiorare di sentimenti nazionalistici non è certamente di buon auspicio per il futuro dell'Unione e sono, almeno in parte, involontariamente alimentati da molti governi che a parole si dichiarano europeisti convinti ma che nei fatti cercano di svincolare le esigenze dei singoli paesi da quelle generali dell'Unione Europea.
In alcuni Paesi le opinioni pubbliche non hanno compreso fino in fondo l'importanza di avere una Costituzione comune; tutto sommato, deludente è stata anche la risposta giunta dai dieci nuovi Paesi membri dell'Ue con una scarsa affluenza alle urne a giugno e un disinteresse latente per i temi europei non giustificato per Paesi che sono appena entrati in Europa. Quel che è certo è che troppo poco si è fatto per far conoscere ai cittadini d'Europa le novità insite nella Costituzione, se è vero, come si legge nei sondaggi, che meno della metà degli europei afferma di conoscere qualcosa riguardo alla Costituzione. Certamente, al momento, si tratta proprio di un problema di comunicazione perché i benefici che potranno derivare dall'adozione di una Costituzione comune, certamente non potranno essere visibili in tempi brevi.
Il processo di ratifica della Costituzione da parte dei singoli paesi dovrà compiersi nell'arco di due anni circa ed alcuni governi, a fronte di questa ondata di dubbio, sembrano seriamente preoccupati e cercano in maniera diversa di correre ai ripari.
Ogni singolo paese procederà alla ratifica seguendo le tradizioni giuridiche e storiche che gli sono proprie; le procedure previste dalle singole Costituzioni in questo senso non sono identiche e comportano l'uno o l'altro dei due tipi di meccanismi seguenti, o addirittura entrambi:
-la via «parlamentare»: il testo è approvato in seguito al voto di un testo riguardante la ratifica di un trattato internazionale dalla o dalle camere parlamentari dello Stato;
-la via «referendaria»: un referendum viene organizzato e sottoposto direttamente ai cittadini che si pronunciano a favore o contro il testo del trattato.
Se la via parlamentare consente di dormire sonni relativamente tranquilli, giacché i singoli Governi si sentono in una certa misura vincolati al rispetto degli accordi firmati solo pochi mesi fa, non altrettanto può dirsi della via referendaria che apre margini di incertezza veramente molto ampi.
Ad oggi, i Paesi che hanno già ratificato la "Costituzione europea" sono la Lituania, l'11 novembre 2004, l'Ungheria, il 20 dicembre 2004, e la Slovenia, lo scorso 1° febbraio, tutte e tre con procedura parlamentare.
Riguardo agli Stati che ancora devono ratificare, Danimarca, Francia, Polonia, Portogallo e Repubblica Ceca hanno dichiarato che sottoporranno il testo a consultazione popolare, Regno Unito, Paesi Bassi e Spagna hanno optato per una doppia procedura, che prevede referendum e ratifica parlamentare, mentre gli altri Stati procederanno per via parlamentare.
Proprio su paesi come la Spagna e la Francia si concentrano ora le maggiori attenzioni e i maggiori sforzi affinché la Costituzione Europea non si trasformi in un gigantesco boomerang in grado di vanificare gli sforzi sino ad ora compiuti.
La Spagna andrà al voto il prossimo 20 Febbraio e la Francia indirà un referendum entro l'estate. Il risultato positivo o negativo in questi Paesi potrebbe produrre un effetto a catena che si potrebbe ripercuotere sugli altri paesi dell'Unione. Il Premier spagnolo Zapatero ha allora chiamato a raccolta a Barcellona anche altri illustri colleghi come Berlusconi, Schroeder e Chirac per sostenere la causa europea ma solo quest'ultimo ha potuto recarsi fisicamente in Spagna essendo gli altri due influenzati. I sondaggi confermano che il 90% degli spagnoli conosce poco o nulla della Costituzione Europea ma a sostegno di Zapatero sembra venire un altro più confortante sondaggio secondo il quale il 51,2% degli spagnoli dira' "sì"al trattato costituzionale.
Se la Spagna ha adottato la tattica della rappresentanza politica per invogliare gli spagnoli ad andare alle urne, la Francia sembra che potrebbe giocare la carta del rappresentante del mondo dello sport; di fronte all'avanzata del fronte del ''no'' al referendum sulla Costituzione europea, i fautori del ''si'' pensano di colpire in contropiede: chi, meglio di Zinedine Zidane, l'amatissimo 'Zizou' dei francesi, puo' fare da testimonial europeo? Anche se il famoso calciatore che ha militato prima nella Juventus ed ora è in forze al Real Madrid non gioca più da anni nel campionato francese, tuttavia sembra che la sua popolarità superi al momento quella di chiunque altro e proprio lui, figlio di immigrati algerini cresciuto a Marsiglia, potrebbe far uscire dal torpore il fronte del "sì".
Insomma, un po' in tutta Europa si cerca di correre ai ripari prima che i buoi siano scappati ma, di fatto, nessuno sa con precisione cosa potrebbe accadere se uno o più paesi decidessero di non ratificare il Trattato Costituente. Adottando la politica dell'attendismo si preferisce aspettare gli eventi per decidere in seguito quali misure adottare ma è difficile immaginare un'Europa orfana di uno o più paesi, o peggio orfana proprio di uno di quei paesi che originariamente la fondarono. Come sottolinea il primo ministro francese, Jean-Pierre Raffarin, un risultato negativo sulla ratifica "Significherebbe rimettere in discussione un processo'' e ''il primo paese che dira' 'no' assumera' una responsabilita' storica'', sara' ''qualcosa di gravissimo''. Secondo il premier, l'Europa ''si e' costruita in 60 anni, piccolo passo dopo piccolo passo, e' un'architettura complessa'' e ''se uno dei muri portanti, uno dei pilastri fondatori, crollasse, tutta l'architettura sarebbe minacciata''. Un altro sondaggio, questa volta francese, evidenzia come il vantaggio dei voti dichiarati in favore della Costituzione europea e' sceso in Francia dal 63% di un mese fa al 58%, il no e' salito dal 37 al 42%.
Nell'attesa che gli avvenimenti si sviluppino la Costituzione se ne vola nello spazio portata dall'astronauta italiano Roberto Vettori, che per la seconda volta tornerà sulla stazione spaziale internazionale. Non resta che sperare che la Costituzione Europea , sempre più negletta in Europa, non finisca per trovare nello spazio l'unico luogo in cui possa sopravvivere.