Ci sono uomini che per una vita intera corrono, corrono senza affanno e sempre per aiutare gli altri. Giovannino Ferretti era di questi. Ci conoscevamo ed eravamo amici da quarant'anni, siamo stati anche colleghi come insegnanti, e l'ho visto sempre impegnato con lo stesso spirito senza ricevere mai gloria.
Nella DC è stato quasi sempre in minoranza nella sezione di Collagna, ma non s'è mai scoraggiato né mai ha preso in considerazione l'ipotesi di brigare per compiacere il piccolo establishment locale. Era testardo nelle sue convinzioni, ma mai ruvido: con lui il dialogo era gradevole, perché ti dava l'impressione di poter sgretolare lentamente il muro delle convinzioni del tuo interlocutore sempre gentile e con il sorriso triste sulle labbra, ma alla fine eri tu ad essere sfiancato e costretto alla rinuncia.
Era generoso. Fedele, nel senso di dedito totalmente e gratuitamente alla fede nelle idee cui credeva.
Amava la sua montagna, i suoi boschi, il lago, la Gabellina, il Livello di Nasseta, Consorzio da lui retto per lunghi anni insieme all'inseparabile amico dr. Marco Fornaciari Chittoni.
Giovannino Ferretti ha sofferto molto, soprattutto negli ultimi anni nonostante le cure dell'amatissima zia e l'affetto di Piergiorgio e altri familiari, e ha combattuto la sua battaglia con la stessa ostinazione e generosità degli anni giovanili.
La sua scomparsa così amara per il modo e per il tempo, lascia tutti gli amici nel dolore e con un senso di debito non onorato verso la sua generosità e la sua testimonianza di piccolo importante eroismo quotidiano e solitario.
(*) capogruppo dei deputati della Margherita in Parlamento