La delocalizzazione degli immobili colpiti dalla frana del 2001 nel borgo di Poviglio, in comune di Ramiseto, è al centro di una interrogazione della presidente del Gruppo dei Verdi in Consiglio provinciale, Margherita Bergomi. Dopo aver ricordato che la frana aveva danneggiato in maniera irreparabile 24 delle 31 abitazioni che costituiscono il borgo di Poviglio e che la Giunta provinciale aveva deliberato l'assegnazione al Comune di Ramiseto del contributo massimo concedibile previsto dalla Legge regionale, pari a 2.164.137,06 euro, Bergomi chiede principalmente per quale motivo ora sia stato cambiato il sito destinato ad ospitare le nuove abitazioni ("solo 4 prime case, per un totale di 6 residenti, le restanti tutte seconde case abitate solo nei mesi estivi").
"Due anni fa - ricorda Margherita Bergomi - era stata individuata un'area con una idonea stabilità geologica sopra la quale sarebbe dovuto sorgere il nuovo borgo e si era proceduto al taglio di un bosco di faggio che la occupava, nonostante tale area non potesse essere considerata idonea rispetto a quanto si evince dal Piano territoriale di coordinamento provinciale della Provincia. Ora è stato cambiato il luogo per la rilocalizzazione, ed è stato scelto un terreno vicino ad un bosco di abeti rossi, abeti bianchi e faggi, in una zona appartenente al Parco regionale del Gigante, sopra la Piana di Pratizzano, a 200 metri dal rifugio".
L'esponente dei Verdi interroga quindi la presidente della Provincia per sapere "per quale motivo sia stato scartato il sito precedentemente ritenuto idoneo, nonostante si fosse già proceduto ad abbattere un consistente numero di alberi e se non vi siano altri luoghi più idonei rispetto a quello prescelto per la ricostruzione in cui siano già previste nuove cubature (ad esempio Ventasso Laghi), evitando di pregiudicare irreparabilmente la tutela ambientale imposta all'interno di un Parco regionale".
Inoltre, Margherita Bergomi chiede di sapere "se nei finanziamenti sia prevista, come si apprende dalla stampa locale, anche la costruzione di qualche esercizio commerciale nell'area inizialmente prescelta per la ricostruzione del borgo e successivamente scartata a favore di un'altra giudicata più stabile e se non si ritenga opportuno predisporre la Valutazione d'Impatto Ambientale sull'opera, valutazione necessaria visto il grande interesse naturalistico e paesistico della zona e dal momento che i tempi previsti per operare in situazioni d'emergenza possono considerarsi largamente trascorsi (quattro anni) e quindi l'intervento non può più essere considerato un'urgenza".