Pubblichiamo di seguito un intervento di Mirko Parisoli, responsabile del sindacato Cisl della montagna reggiana, sul problema assistenziale in montagna che verrà presto a farsi stringente causa la fine della leva obbligatoria.
La mia proposta è quella di creare una rete assistenziale che non tuteli solamente le cosiddette fasce protette quali gli anziani in gravi condizioni di salute, persone con handicap o economicamente disagiate, ma vada a coprire anche i cittadini dei Comuni facenti parte della Comunità Montana, Castelnovo Monti in primis, ugualmente bisognosi d’assistenza. Tale servizio, oltre ad essere utile alla cittadinanza, darebbe luogo anche alla creazione di nuovi posti di lavoro.
Per entrare nel dettaglio, il servizio che auspico sarebbe svolto da un gruppo di giovani inoccupati/disoccupati che, su chiamata dei cittadini, si recherebbero a domicilio, per esempio, di anziani non coperti dalla rete Saa (servizio assistenza anziani), famiglie numerose con bambini e/o anziani a carico o più generalmente persone che non hanno a disposizione tempo e mezzi di trasporto per svolgere le normali attività quotidiane.
Fra queste possiamo citare il fare la spesa, recarsi dal medico, ritirare le analisi in ambulatorio, prenotare una visita, recarsi in farmacia, riscuotere la pensione, andare in posta ed altre attività inderogabili di carattere generale o personale. Esse potrebbero essere svolte direttamente dall’operatore, delegato dal richiedente, o direttamente dal cittadino accompagnato dal giovane nel posto prescelto.
Attualmente alcune di queste attività sono svolte da obiettori di coscienza per il Comune o le case di riposo, ma, com’è noto, il 2004 è l’ultimo anno in cui la leva risulta obbligatoria, ed in futuro potrebbe non esserci abbastanza personale atto a svolgere mansioni di questo tipo. Dunque si pone indispensabile il trovare una soluzione parallela e compensativa al servizio vigente.
Il costo di tutto ciò sarebbe a carico in parte del contribuente, in parte del Comune ed infine un piccolo contributo potrebbe essere fornito anche dalla Regione,
nelle percentuali da definirsi in sede organizzativa e decisionale. Queste sono le linee guida per un servizio già all’incirca esistente in altre parti d’Italia, ma possono essere discusse ed ampliate e rapportate alle esigenze della popolazione interessata.