Buona affluenza di pubblico, ieri sera, nel salone della Pieve a Castelnovo ne' Monti, alla presentazione ufficiale di Redacon, Redazione della Cooperativa Novanta, e del nuovo sito informativo dell'Appennino reggiano da essa ideato, costruito e gestito.
Diversi gli amministratori pubblici presenti.
Ha introdotto Damiano Razzoli, uno dei ragazzi del "Gruppo giovani della montagna" che ha proposto il progetto di un "sistema informativo per un territorio montano", che ha poi coordinato gli interventi di relatori e pubblico.
Pietro Ferrari, presidente della Cooperativa Novanta, proprietaria dell'emittente Radionova (dal cui seno, in pratica, è partito tutto), ha salutato il pubblico e ha subito ceduto la parola ad Andrea Poluzzi, uno degli ospiti della serata. Responsabile del Carrefour di Reggio, punto di informazione locale dell'Unione europea, ha riferito l'iter del progetto e perché l'Ue l'ha ritenuto tanto meritevole di accoglimento da assegnare un finanziamento doppio rispetto alla richiesta.
Ha poi preso la parola Francesco De Mola, anch'esso tra i promotori del progetto europeo, che ha tra l'altro affermato che la costruzione del sito informativo intende porsi come arricchimento in senso lato del nostro Appennino, contrastandone lo "spopolamento intellettuale". "L'immediatezza del sito - ha detto - completa l'immediatezza della radio; e la combinata radio+web dà spazio a grandi possibilità non solo tecniche ma anche e soprattutto creative. I montanari devono diventare attori attivi". "Proprio questa integrazione - ha continuato - è stata, pensiamo, il punto di forza che ha premiato i nostri sforzi". In sostanza: "si tratta di una cosa, quella che vi presentiamo questa sera, che in montagna mancava, ma certo, ce ne rendiamo ben conto, il difficile comincia ora".
Damiano Razzoli, intervenendo, ha aggiunto: "Si tratta di una realtà locale, sì, ma che vuole conoscere e discutere ad ampio raggio. Occorrono anche collaborazioni da parte degli enti istituzionali". Su quest'ultimo punto si è poi ritornati spesse volte, durante il prosieguo della serata.
La parola è passata a Luca Correggi, autore della grafica del sito: "Abbiamo voluto dare soprattutto chiarezza e leggibilità. Anche in questo senso si deve intendere la sua semplicità. Ovviamente, man mano che il lavoro procederà, anche il sito sarà via via arricchito".
E' poi stata la volta dei due ospiti esterni (Poluzzi è già un collaboratore fin dal principio, dal momento stesso della richiesta del contributo all'UE).
Bibì Bellini, di Radio Città del Capo di Bologna, ha esordito dicendo (rivolto implicitamente agli amministratori locali in sala): "Quello che questo gruppo di giovani sta facendo alla comunità del luogo è un dono bellissimo. Una sfida da raccogliere. L'informazione è un bene importante e delicato, che mai dovrebbe andare in mano a potentati".
Riferendosi all'esperienza della sua radio, ha poi affermato: "Noi abbiamo un migliaio di abbonati che ci sostengono perché apprezzano il nostro lavoro. La nostra radio, che ha copertura via etere grosso modo provinciale, trasmette da alcuni anni via web, e sappiamo che ci ascoltano da diverse parti del mondo. Considerate la notizia di pochi giorni fa: Swiss Intenational ha smesso completamente le emissioni via etere e via satellite: ha scelto, trasmettendo in nove lingue, unicamente il canale web. Anche la vostra radio potrebbe provare un'esperienza del genere. Certo, il discorso della credibilità e dell'affidabilità è poi molto importante. La radio e il web, secondo il mio parere, sono mezzi 'leggeri' e presentano caratteristiche simili". "Comunque - ha detto ancora - io credo siano da sostenere gli sforzi di chi si propone di svolgere funzioni che sono, fondamentalmente, di pubblica utilità".
Molto più politico l'intervento che è seguito, quello di Loris Mazzetti, professionista in Rai e professore all'Università di Modena e Reggio Emilia. Partendo da lontano ha inteso rimarcare l'importanza che rivestono esperienze come quella nata nel nostro Appennino, definita "autentico spazio di libertà". Ha esordito facendo riferimento all'"editto bulgaro" del Presidente del Consiglio, che, come si sa, condannò all'espulsione dalle tv Biagi, Santoro e Luttazzi. Ha detto: "Non viviamo in un paese normale. Tanto più, perciò, assumono rilievo iniziative come quella che viene presentata stasera. Ciò che proviene dal locale non è certamente, come spesso si qualifica in senso spregiativo, 'basso'. Dove vi è fermento di idee vi è anche la possibilità che esse si espandano. E poi: perché raccontare?, ci si potrebbe chiedere. Ma perché qualcuno forse non sa...".
E qui ha portato diversi esempi tratti dalla cronaca nazionale di questi giorni, a partire dalle recentissime "dimissioni" di Enrico Mentana, direttore del Tg5 (che, ha aggiunto, rispetto al Tg1 "rimane comunque un signor giornale"): "Berlusconi, dopo aver incassato la legge Gasparri, ha fatto i suoi conti. Non aveva più bisogno del giornalista-foglia di fico in quella posizione".
La tesi sostenuta è quella di un monopolio dell'informazione da spavento, con giornalisti "non allineati" che spesso si sono venuti a trovare in situazioni tutt'altro che facili, pur non arrivando alle punte estreme toccate a Biagi & C. Situazione dell'informazione nel nostro paese che il relatore ha definito - come s'è più volte sentito dire in questi anni; e Mazzetti l'ha ripetuto anche in questa occasione - da regime mediatico, da dittatura morbida. "Ma neanche tanto: quando Montanelli la paventò tale se Berlusconi avesse vinto le elezioni, disse poi che sbagliò aggettivo ..".
E si è arrivati poi alla vicenda della chiusura della trasmissione Il fatto di Biagi, di cui Mazzetti era regista. Egli, in realtà, qui, più che dire, ha teso soprattutto far intendere l'uditorio, narrando i vari passaggi subiti da quello spazio "che vale tanto oro quanto pesa" (le 20,30-20,45 circa su Rai Uno): "Dopo 834 puntate si è detto stop all'informazione. La Rai ha proposto Max e Tux, non so se li ricordate; poi la Zingara. Solo con Batti e ribatti, condotto dal giornalista Pierluigi Battista, si è ripreso il filone 'informativo'. Ma un'informazione che funzionava così: il giornalista introduceva dicendo: signore e signori, abbiamo il piacere di avere con noi il Presidente del Consiglio, on. Silvio Berlusconi, che ci illustrerà la legge finanziaria; poi per cinque minuti parlava l'ospite; poi, di nuovo parlava il giornalista: signore e signori, abbiamo avuto il piacere di avere con noi il Presidente del Consiglio, on. Silvio Berlusconi, che ci ha illustrato la legge finanziaria. Così vanno ora le cose in Rai".
E poi, tra un Bonolis di qua (che, dice Mazzetti, certamente ben informato, sta firmando per il ritorno al Biscione) e un Vespa di là ("al suo Porta a Porta Cofferati non è mai voluto andare perché, dice, non viene rispettato"), c'è stata un po' di critica pure al centrosinistra e a chi è venuto prima di esso (in fondo, forse, una specie di presa d'atto dell'"ineluttabilità" del predominio governativo nella tv di Stato): "Non è, del resto, che prima il centrosinistra non abbia lottizzato (magari non in modo così pesante non essendoci un presidente del Consiglio proprietario dell'etere come quello attuale) e, prima ancora, che non l'abbia fatto la Dc".
"Per tornare al locale, ribadisco che sono da accogliere a braccia aperte iniziative come quella di Redacon, segni di incredibile democrazia e libertà... Questa iniziativa dovrebbe essere portata ad esempio a livello nazionale; e certamente io lo farò, laddove mi capiterà. E ancora: una radio finora sostenuta solo dal volontariato. Va benissimo, ma ad un certo momento occorre però il colpo d'ali, bisogna che intervenga anche il sostegno convinto delle istituzioni locali. Questi ragazzi attendono un segno...".
Razzoli a questo punto ha aperto il dibattito.
E' intervenuto Luciano Correggi, neo-assessore in Comunità montana. Ha detto: "Sono preoccupato per la carenza delle risorse, ma accolgo un'iniziativa come questa, a cui, peraltro, e ne sono lieto, la passata Amministrazione del nostro ente ha già dato il suo appoggio. Garantisco che certamente, nel possibile, ce ne interesseremo. Ritengo importante un ambito informativo (tanto più quando si collega, come in questo caso, all'innovazione) gestito non in vista del consenso ma del 'fare conoscere'".
Ancora Mazzetti: "Entrare nel web è entrare nel mondo. Quando, a Belgrado, sotto le bombe, durante la guerra jugoslava, ci saltarono i mezzi consueti di collegamento, ovviammo con la rete. Poi, va da sé, importante è cosa e come si comunica".
Se Settimo Baisi, del Carlino, ha sottolineato la rilevanza di iniziative di questo tipo soprattutto in una zona già naturalmente più difficile come la nostra, Giovanni Teneggi, vicedirettore provinciale di Unioncoop (e già a suo tempo direttore di Radionova), è intervenuto articolando alcune suggestioni, come le ha chiamate: "Buona impressione generale. Mi fa piacere innanzitutto constatare, dato che l'iniziativa parte da una cooperativa, che tale assetto si dimostri strumento idoneo al nascere di progetti di questo tipo. Auspico che esso trovi sì sostegno e attenzione, ma anche si riveli capace esso stesso di promuovere iniziative ed attività per favorire il suo sostentamento e sviluppo". "Credo poi - ha aggiunto - che il binomio giovani-montagna sia abbastanza forte da far credere che i primi intendano riappropriarsi della seconda". "La radio ha retto già vent'anni perché strumento, come già si faceva notare, 'leggero', che non richiede una cura ed una profusione di mezzi, in senso lato, che in altre situazioni avrebbe reso molto più problematico il continuare. E' certamente importante e degno di nota il fatto che abbia saputo, via via, accattivarsi la simpatia di tanti giovani".
Giuseppe Delfini, direttore di Tuttomontagna: "Lavorare sul locale è tutt'altro che penalizzante; è anzi esaltante. Consiglio ai ragazzi protagonisti di questa iniziativa di fare informazione più che occuparsi di politica. Tra economia di mercato, istituzionale e del dono sceglierei senza dubbio quest'ultima".
Sergio Tamagnini, dirigente scolastico a Castelnovo: "Apprezzo l'iniziativa e spero che possa avere una continuità. Faccio i miei auguri".
E' stata poi la volta di Giuliano Maioli, assessore castelnovese e in quanto tale, in un certo senso, spesso "tirato in ballo" durante il dibattito: "Quest'iniziativa dimostra ancora una volta - e di spunti del genere, che partono da ragazzi, cioè, ultimamente ce ne sono diversi - che i giovani anche in montagna possono realizzare i loro sogni. Non siamo zona disagiata. Tanto di più per un progetto come questo che investe il settore della comunicazione. Chiedo venia se finora il Comune non è stato sufficientemente attento. Ma prometto, come suo rappresentante stasera (il sindaco Marconi, intervenuto anch'esso, è poi dovuto assentarsi anzitempo - nda), che succederà d'ora in avanti".
Ha preso la parola di nuovo Francesco De Mola: "Chiediamo collaborazioni e non certo elargizioni, il compenso ad un servizio che ci proponiamo di svolgere a favore della popolazione, ad esempio per portarla a conoscenza di ciò che viene deciso nelle assemblee pubbliche e che la riguarda direttamente. Ci interessa poi molto entrare in contatto col mondo scolastico". Rivolto a Mazzetti: "In che senso la nostra esperienza può essere portata ad esempio nazionale?".
Loris Mazzetti, condensando il suo pensiero sollecitato dai vari spunti e interventi (nonché portando all'attenzione dei presenti alcune problematiche di più spiccato carattere tecnico-giornalistico di cui s'era discusso prima del convegno in sede più ristretta), ha poi detto che "il problema di chi fa informazione è che tende ad autocensurarsi, ed è un problema reale. L'effetto della legge Gasparri è stato devastante. Circa poi 'l'esempio nazionale' cui facevo cenno, credo che, in generale, la nostra regione Emilia-Romagna, che per tanti versi ha saputo porsi all'avanguardia, non è stata altrettanto brava ad 'esportare' il suo modello. Questo intendo quando dico bisognerebbe far conoscere in ambito più vasto anche progetti come questo".
Di nuovo Bellini: "Ma come andare oltre la montagna? Bisogna fare rete, cercare contatti, tessere relazioni... Anche in ambito più vasto. La rete web permette questo. Puntare sul dono? Certo, sono d'accordo. Ma il dono di chi? Solo quello di questi ragazzi o dell'intera comunità locale, che si fa carico, apprezzandole e ritenendole utili, delle loro iniziative e della loro intraprendenza? Perché, ripeto, non pensare anche qui ad una forma di abbonamento alla vostra radio, alla vostra redazione (una specie di microcredito, sostanzialmente)? Vi consiglierei di predisporre un organigramma ben bilanciato, dove non compaiano solo i creativi, che certo non devono mancare, ma trovino il loro posto i redattori, gli operatori dello sviluppo tecnologico, ... Web, lo strumento delle 'tre c': contenuti, commercio, comunità (anche se il secondo, in verità, per ora non ha funzionato granchè...)".
Infine la parola ad Andrea Poluzzi: "Anch'io mi permetto di offrirvi un consiglio: cercate altre realtà europee cui connettervi, c'è ampio spazio. Date un taglio ancora più giovanile al vostro sito; e un'informazione sempre più comunitaria (europea). Sprovincializzatevi più che potete. Non suggerisco certo di fare l'apologia dell'Unione Europea, vanno bene anche le critiche, ma sempre all'insegna di un sempre maggiore europeismo".
Infine Razzoli: ha chiuso l'assemblea ringraziando i convenuti per la partecipazione.
Una serata certamente interessante ed utile, con ospiti di vaglia. Castelnovo, come ormai è risaputo, fatica, in generale, a rispondere alle iniziative. Ma chi c'era crediamo possa aver tratto sollecitazioni e materiale su cui riflettere.