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INFABIO: una ricerca medica europea su allergie e malattie gastrointestinali nei bambini in montagna

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Il progetto INFABIO è una ricerca clinica finanziata dalla Comunità Europea per valutare l'effetto della dieta e dello stile di vita dei bambini nel corso del primo anno di vita sul rischio di sviluppare allergie ed infezioni gastrointestinali. Lo studio coinvolge vari stati europei e, per l'Italia, si svolge presso l'Unità Operativa di Pediatria dell'Ospedale S. Anna di Castelnovo ne' Monti e presso la Pediatria dell'Azienda Ospedaliera Policlinico di Modena. A Castelnovo il progetto è supervisionato dalla dottoressa Maria Baroni, direttore dell'Unità Operativa di Pediatria e prevede di arruolare 100-150 bambini che vengono seguiti durante il primo anno di vita in cinque momenti: subito dopo la nascita, a 6 settimane, a 4 settimane dopo l'introduzione nella dieta di cibi solidi, a 9 mesi e a 12 mesi. Si tratta di bambini sani, dei quali viene raccolto un campione di feci nei quattro momenti che vanno dalle 6 settimane di vita fino ai 12 mesi. Tali campioni vengono poi analizzati sia per valutare la composizione della flora batterica intestinale, sia per dosare e misurare sostanze ed attività di tali batteri che potrebbero aumentare il rischio di allergie ed infezioni gastrointestinali. Al termine del 2005, data entro la quale è prevista la conclusione dello studio, l'analisi dei dati ottenuti e delle differenze rilevate nella dieta e nello stile di vita in diverse parti dell'Europa consentirà di identificare gli alimenti e le modalità di allattamento maggiormente associate alle infezioni gastrointestinali e al rischio di sviluppare allergie.

Perché studiare la flora intestinale?
All'interno del 5° Programma Quadro che copre azioni comunitarie di ricerca e sviluppo tecnologico, la Comunità Europea ha approvato e finanziato un progetto denominato INFABIO (Effetti della dieta e dello stile di vita sul rischio di infezioni gastrointestinali e di allergie nell'infanzia; conoscenze, aspettative e bisogni del consumatore). L'acronimo INFABIO deriva dall'unione di due parole, "infant" e "biomarkers", perché ha lo scopo di valutare come diversi marcatori biologici, tra cui soprattutto la flora intestinale, possano essere influenzati dalla dieta e dallo stile di vita dei bambini durante l'infanzia, in particolare nel corso del primo anno di vita. Esistono infatti numerose differenze nelle abitudini e nello stile di vita alimentare nei diversi Paesi Europei. Per esempio, nel Regno Unito l'allattamento al seno è meno diffuso e molti neonati vengono svezzati prima del terzo mese di vita. Al contrario, nei Paesi Scandinavi l'allattamento materno riveste una maggiore importanza e il divezzamento viene posticipato rispetto ad altri Paesi.
Una delle principali modalità con cui queste abitudini alimentari e l'ambiente in cui si vive possono influenzare lo sviluppo del bambino è attraverso l'effetto esercitato sulla flora batterica dell'intestino, nell'ambito della quale, studi condotti negli ultimi anni hanno identificato moltissime differenze tra i bambini allattati al seno e quelli allattati artificialmente. Questi batteri, normalmente presenti nel nostro intestino, producono diverse sostanze: ammonio, enzimi, acidi grassi a corta catena, ecc. Tutte queste molecole, possono essere utilizzate come marcatori utili ad identificare le caratteristiche degli alimenti ingeriti, lo sviluppo delle attività batteriche (benefiche o dannose che siano) e per valutare il rischio di sviluppare infezioni gastrointestinali, respiratorie e allergie.

Cos'è il progetto INFABIO
Il progetto INFABIO è stato finanziato per 3 anni (dal 1° Gennaio 2003 al 31 Dicembre 2005) e coinvolge 7 diversi Paesi Europei: Scozia, Spagna, Germania, Svezia, Italia, Francia e Irlanda, coordinati dall'Università di Glasgow, in Scozia. Per l'Italia, lo studio fa capo all'Azienda Policlinico di Modena.
Il progetto INFABIO si inserisce in un campo di notevole interesse per la gastroenterolgia pediatrica, che è quello della caratterizzazione della flora intestinale durante il divezzamento e della sua eventuale modulazione da parte di sostanze che rientrano nella categoria dei "cibi funzionali". Questa definizione si applica a qualunque cibo o ingrediente con effetti benefici al di là delle proprietà dei nutrienti tradizionali che contiene. Due esempi importanti di cibi funzionali sono i così detti probiotici e prebiotici. Vengono definiti probiotici i "supplementi alimentari vivi che influenzano positivamente la salute dell'ospite, migliorandone l'assetto della microflora intestinale". Questi nutrienti vengono spesso identificati impropriamente con i "fermenti lattici", che sono invece semplici batteri del colon non dotati di queste funzioni. I prebiotici sono "ingredienti non digeribili che influenzano positivamente la salute dell'ospite, stimolando in maniera selettiva la crescita e/o l'attività di uno o più batteri del colon dotati di attività probiotica". Alcuni esempi di prebiotici sono gli oligosaccaridi non assorbibili, come l'inulina, contenuta nella cicoria, negli asparagi e nella cipolla.

Gli studi clinici in corso
All'interno del progetto INFABIO si articolano almeno 4 studi clinici diversi:
- Studio "Cross Colturale": prevede di arruolare 100-150 bambini che vengono seguiti subito dopo la nascita, a 6 settimane, a 4 settimane dopo l'introduzione nella dieta di cibi solidi, a nove mesi e a dodici mesi. Si tratta di bambini sani, nati a termine (37-42 settimane di gestazione), di peso>2.5 Kg, nati con parto vaginale o cesareo. Di questi bambini vengono raccolti campioni di feci per valutare la composizione della flora batterica intestinale e per dosare e misurare sostanze ed attività associate al rischio di allergie ed infezioni gastrointestinali. Questa è la parte più consistente del progetto e, per l'Italia, viene svolta a Castelnovo ne' Monti presso l'Ospedale "S. Anna", dove sono stati arruolati già più di 70 bambini;
- Studio "Caso Controllo": prevede di arruolare 30-50 bambini con allergia diagnosticata alle proteine del latte vaccino e 30-50 bambini non allergici, tutti di età compresa tra 6 e 36 mesi. E' prevista la raccolta di un campione di feci per ciascun soggetto arruolato per la caratterizzazione della microflora intestinale, e di un campione di siero per determinare il pattern di sensibilizzazione allergica. Lo studio, che per l'Italia si svolge presso il Policlinico di Modena, ha lo scopo di valutare eventuali differenze nella flora microbica intestinale di bambini allergici alle proteine del latte vaccino rispetto a bambini non allergici. Esistono già dati in letteratura in merito: sembra che i bambini allergici abbiano da un lato una colonizzazione da parte di batteri anaerobi (in particolare bifidobatteri e lattobacilli) ridotta rispetto ai bambini non allergici, e dall'altro una flora aerobia più consistente. Lo studio INFABIO mira soprattutto a valutare eventuali differenze su questi aspetti nei diversi Paesi Europei;
- "Studio Interventistico con Probiotici": lo studio, condotto dall'Università di Granada, prevede l'arruolamento di 80 bambini all'età di 6 mesi allattati artificialmente che vengono poi suddivisi in 2 gruppi di 40 ciascuno: al primo gruppo vengono somministrate formule standard di latte artificiale, al secondo gruppo formule addizionate di probiotici (B. bifidum e B. longum), in entrambi i gruppi per almeno 3 mesi. Vengono raccolti e analizzati i campioni di feci di questi bambini al momento dell'arruolamento, e dopo 1, 2, e 3 mesi dall'assunzione della formula.
- "Studio Interventistico con Prebiotici": lo studio è condotto all'Università di Glasgow e prevede l'arruolamento di 60 bambini che siano allattati artificialmente già dalla nascita, suddivisi in 2 gruppi di 30 ciascuno: al primo gruppo vengono somministrate formule standard, al secondo formule di latte artificiale addizionate di prebiotici (oligosaccaridi), in entrambi i gruppi almeno fino ai 12 mesi. Vengono raccolti e analizzati i campioni di feci alle 2 settimane di vita, a 6 settimane, a 4 settimane dopo il divezzamento, a 6 mesi e a 12 di mesi di vita.

I dati di laboratorio verranno poi affiancati da informazioni relative allo stile di vita dei bambini, raccolte per mezzo di questionari sottoposti ai genitori. Sono infatti previsti uno studio di "Sorveglianza dei Consumatori" e uno studio di "Sorveglianza su Dieta e Stile di Vita". Il primo utilizza un questionario messo a punto dall'Università di Cork (Irlanda), che indaga le attitudini nelle scelte alimentari attraverso domande relative al genere di alimenti utilizzati (commerciali o fatti in casa), ai fattori che influenzano maggiormente la scelta degli alimenti per sè e per il proprio figlio (il marchio, la qualità, il prezzo, ecc) ecc.
Il secondo studio utilizza altri questionari messi a punto dall'Università di Glasgow (Scozia) con l'aiuto di tutti i centri partecipanti e raccolgono domande relative alle modalità di allattamento, alla presenza o meno di allergie nella famiglia, alla gravidanza e l'alimentazione della mamma, all'assunzione di farmaci da parte della mamma o del bambino, all'ambiente in cui il bambino vive (tipo di riscaldamento, presenza di piante e animali, modalità di pulizia della casa, ecc.) ecc.
I dati raccolti da questi 2 studi di sorveglianza permetteranno di avere un quadro generale sugli effetti della dieta e dello stile di vita sul rischio di sviluppare allergie e infezioni gastrointestinali nell'infanzia.

Il gruppo italiano, quindi, si occupa dello svolgimento dello studio "Cross Colturale" presso l'Unità Operativa di Pediatria dell'Ospedale S. Anna di Castelnovo ne' Monti, e dello studio "Caso Controllo" presso la Pediatria dell'Azienda Ospedaliera Policlinico di Modena, e finanzia la Facoltà di Agraria dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza con un contratto per studi di biologia molecolare sui campioni raccolti dallo studio interventistico di Glasgow.

Perché Castelnovo ne' Monti?
Ma perché la scelta è caduta proprio su Castelnovo ne' Monti? A questa domanda, la dottoressa Maria Baroni risponde con soddisfazione: "Oltre alle conoscenze pediatriche del nostro distretto (che ha già partecipato ad altri progetti nazionali riguardanti il campo delle allergie), la nostra zona si distingue per alcune caratteristiche che ne fanno il sito ideale per condurre uno studio di questo tipo. Innanzitutto il numero di abitanti: non abbiamo un numero di nascite eccessive, ma ci si conosce tutti e conosciamo come le mamme alimentano i loro bambini, per cui possiamo avere dati confrontabili e valutabili. Inoltre, lo stile di vita è simile fra gli abitanti della montagna ed ancora piuttosto vivace, tradizionale (non a caso siamo diventati "città slow"), legato ai prodotti tipici locali (basti pensare al Parmigiano Reggiano e alla vicinanza di Parma, capitale dell'alimentazione europea). Proprio perché facciamo parte di questa comunità possiamo essere i promotori di uno stile di vita sano".
"Con questo progetto", continua la dottoressa, "ci si auspica innanzitutto di incentivare l'allattamento al seno, in quanto il latte materno è un alimento insostituibile per il bambino, come già mostrano i primi risultati dello studio (i bambini allattati al seno risultano più protetti nei confronti di alcuni attacchi patogeni rispetto a quelli allattati artificialmente). I genitori devono quindi sentirsi partecipi ed insostituibili nell'alimentazione dei loro figli. Si tratta poi di capire se prolungare l'allattamento al seno possa anche ridurre l'insorgenza di allergie negli anni successivi. Inoltre, se i nostri bambini dovessero risultare meno soggetti ad allergie rispetto agli altri bimbi europei, si potrebbe pensare che la nostra dieta mediterranea non è importante solo per evitare malattie cardiovascolari".

Gli altri centri europei coinvolti
SCOZIA (Glasgow): Cross Colturale, Caso Controllo, Interventistico con Prebiotici
SPAGNA (Granada): Cross Colturale, Caso Controllo, Interventistico con Probiotici
GERMANIA (Dusseldorf, Berlino): Cross Colturale, Caso Controllo, altre analisi (sIgA, acido sialico)
SVEZIA (Karolinska): Cross Colturale, Caso Controllo, altre analisi (mucina, bilirubina, coprostanolo ecc.)
ITALIA (Modena, C. Monti, Piacenza): Cross Colturale, Caso Controllo, analisi molecolari
FRANCIA (Jouy-en-Josas, Marsiglia): Analisi di biologia molecolare
IRLANDA (Cork): Coordinamento Sorveglianza dei Consumatori

Ulteriori informazioni sul progetto INFABIO sono disponibili sul sito Web: www.gla.ac.uk/infabio