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Filippi, interrogazione in Regione sul Cup

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Questo il documento diffuso dal consigliere regionale Fabio Filippi:
"La Regione Emilia-Romagna ha messo in piedi un marchingegno che permette di fare cassa attraverso lo strumento del CUP (Centro Unificato Prenotazioni). Questo sostengono attraverso un’interrogazione presentata alla Giunta regionale i Consiglieri di Forza Italia Filippi, Villani, Salomoni e Varani.
“E’ stato stipulato – aggiunge Filippi – un piano per perpetrare in eterno il rapporto tra i cittadini utenti e una società di servizi, il CUP, che comunque rimane privata, ma che con l’ingresso della Regione quale azionista di maggioranza è ora di fatto inamovibile.
E’ stato un errore permettere l’ingresso della Regione come socio azionario, impegnandola a contribuire all’aumento del capitale sociale di CUP 2000 con alcuni miliardi di vecchie lire.
Per non parlare del conflitto d’interessi nella nomina di Delbono (vicepresidente e assessore della Regione Emilia-Romagna) alla vicepresidenza del CUP.
Come è possibile – sottolinea Filippi – che l’Assessore regionale alle Finanze, che certamente ha avuto una grande parte nel mandare avanti l’acquisizione di quote CUP, sia anche nominato vicepresidente dello stesso ente?
Il CUP non è società senza scopi di lucro, ma una società di profitti. Se alla Regione spetta la vicepresidenza ci mettano uno al di fuori della giunta.
Il CUP gestisce IN REGIME DI MONOPOLIO le prenotazioni sanitarie. Ma se è una ditta privata non avrebbe dovuto avere contratti a tempo limitato e gare di appalto (assegnazione del Servizio) alle quali potrebbero partecipare altri gestori? E ora con la partecipazione di Regione e USL questo rapporto è diventato perpetuo? Nessun altro mai potrà inserirsi proponendo magari servizi migliorativi anche proprio relativi alle prenotazioni sanitarie?
Inoltre, poiché ogni prestazione prenotata comporta un utile, vi è tutto l’interesse della Regione e delle USL a che tutte le prestazioni erogate da ospedali e ambulatori passino dal CUP, perché in questo modo percepiscono guadagni. Per intenderci, se un cittadino prenota un ecodoppler presso un ambulatorio convenzionato, quest'ultimo ha diritto ad un rimborso per la prestazione erogata di euro 43.90. Ben il 5% di tale prestazione spetta al CUP che ha eseguito la prenotazione. E' logico che quel 5% partecipa agli utili che alla fine anche Regione e USL si divideranno. Questo apparente virtuosismo economico sottende alcune incongruenze.
Le sedi CUP ospitate in ospedali e distretti USL pagano e hanno pagato in passato canoni di locazione, o partecipano alle spese dei consumi? L'obbligo per tutti i cittadini di passare dal CUP per ogni prenotazione è un limite organizzativo e rappresenta l’imposizione di una “gabella” non so fino a che punto legittima. Cerco di farmi capire, se un paziente per problematiche sue chiede di eseguire un ecodoppler in breve tempo presso un poliambulatorio convenzionato, non può eseguirlo senza la prenotazione CUP. Deve quindi eseguire la prenotazione al CUP e inviare la richiesta di rimborso della prestazione solo quando sia arrivato il turno normale di prenotazione, magari quattro mesi dopo.
Di fatto tutti i reparti, gli ambulatori USL, i poliambulatori e cliniche private sono costretti a mettere a CUP tutte le loro prestazioni, stroncando qualunque agenda “privata”, intesa come prenotazioni eseguite fuori lista".